Chi è il bizzarro e inquietante personaggio che tallona senza tregua l’austero professor Severini? È davvero un venditore rateale di enciclopedie o un misterioso e terribile persecutore? Il suo buffo aspetto di gnomo coi baffi alla Charlot e la calva testa ad uovo lo farebbe sembrare un ometto innocuo e perfino ridicolo, se la sua ostinata perseveranza di segugio non gli conferisse invece un’aria minacciosa e arcana, come di chi esegue un’inesplicabile e tragica missione. A dispetto della sua mentalità razionale, l’anziano professore dà subito retta al suo istinto di sopravvivenza, a un sesto senso che gli comanda di fuggire. E intraprende uno straordinario viaggio a ritroso nel proprio destino: una gara letteralmente contro il tempo, un sottrarsi all’ombra della morte per correre disperatamente ma gioiosamente verso la vita, l’avventura, la giovinezza perduta, l’amore mai cercato, le occasioni sprecate di un’intera esistenza votata allo studio. Ma il conto alla rovescia non può che involversi in un’inevitabile fine. Variazione sul tema faustiano che si riallaccia ai miti della ciclicità e riecheggia motivi favolistici, la rocambolesca ritirata del professor Severini è anche una riflessione rapida e leggera come si addice alle fughe sui paradossi e gli scandali della storia.