Si tratta di commenti al Vangelo della domenica affidati ad uomini e donne; credenti o non credenti (oppure cristiani non cattolici), laici o preti o religiosi che, per scelta, per condizione o per decreto si trovano a vivere la loro condizione di credenti "sulla strada", fuori da ogni protezione o benedizione del potere ecclesiastico. Riflessioni (non "prediche") poco clericali, quindi; ma forse proprio per questo profondamente evangeliche, condotte da credenti, ma anche da non credenti che hanno accolto l’invito di lasciarsi provocare dal dirompente messaggio di Gesù. Ad alternarsi un eterogeneo e autorevole gruppo di "omileti", significativo anche e soprattutto per un pubblico di lettori "laici", poco addentro alle questioni del "tempio", ma forse curiosi di leggere un commento al Vangelo sottratto al genere predicatorio, svestito del rassicurante ed asettico stile e del linguaggio "ecclesialese", che cerca di far risuonare la "grazia" dell’inquietudine, della domanda, dell’attesa, che evita "vapori" spiritualistici e languori "buonisti", che tenta di "affliggere i consolati" (come si proponeva don Tonino Bello) e di convertire i buoni.